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In Qatar condannato allergastolo il poeta Mohamme

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Il poeta del Qatar Al Ajami, 36 anni, già in carcere a Doha da un anno per aver composto una poesia a favore della primavera tunisina (Noi tutti siamo la Rivoluzione dei Gelsomini) e per aver denunciato l’oppressione del popolo qatariota, è stato condannato il 29 novembre scorso all’ergastolo per una lucida presa di posizione contro le dittature arabe. Attento a fare affari in Occidente con investimenti nei grandi centri commerciali (i magazzini Harrods, il grattacielo Shard di Renzo Piano a Londra, ecc.), nel finanziamento dei club di calcio (il Paris Saint Germain, il Barcellona, i Mondiali del 2012, ecc.), nelle fabbriche automobilistiche (Porsche e Volkswagen), nei grandi marchi della moda (Valentino), nei terreni e alberghi in Costa Smeralda, ecc. l’emiro Al Thani, che ha preso il potere nel 1995 rovesciando il padre, ben si guarda dal consentire l’esercizio dei diritti nel proprio paese e dal favorire il processo democratico di esercizio del potere. A fronte dell’oscurantismo civile e politico emerge, ancora una volta, sola, la forza della poesia, rivoluzionaria per il solo fatto di essere libera e di ricercare la verità senza mediazioni e senza condizionamenti. Al poeta Al Ajami vada tutta la nostra solidarietà e la nostra comprensione. Allo stesso tempo i paesi occidentali rivolgano richiesta di scarcerazione immediata, condannando fermamente il regime del Qatar e tutti gli altri  che in Egitto, Tunisia, ecc. tentano con vari tentativi di imporre costituzioni religiose, limitative dei diritti, e di offuscare i risultati delle rivoluzioni della primavera scorsa. I paesi occidentali, coinvolti negli affari finanziari con questi regimi, non si rendano conniventi e anzi siano solleciti a esportare norme e processi democratici, a cui dicono di credere!
Noi tutti siamo la Rivoluzione dei Gelsomini
di Mohammed Al Dheeb Al Ajami
Primo ministro Mohammed Ghannouchi,
se il tuo potere dovesse tradire la Legge,
allora sarà stata vana la nostra sofferenza
per abbattere Ben Alì e la sua era.
Per noi questo è un momento storico.
La dittatura del regime oppressore è stata bandita
dalla rivoluzione popolare tunisina.
Se denigriamo qualcuno
lo facciamo solo contro gli spregevoli
e se lodiamo qualcuno
lo facciamo con convinzione.
Il fuoco della rivoluzione è stato alimentato dal sangue della gente
e ogni persona libera e vera nel mondo
ha simpatizzato con la salvezza del tuo popolo.
Dì loro chiaramente di sollevare le braccia
perché ogni vittoria è preceduta da eventi tragici.
Ah, preghiamo per il Paese che è governato dall’ignoranza.
Ah, preghiamo per il Paese il cui governante
crede che la dignità stia nella presenza di forze americane.
Ah, preghiamo per il Paese dove il popolo è affamato,
mentre il governo si vanta di sperperare.
Ah, preghiamo che accada ciò che è avvenuto in Tunisia
al regime oppressore ereditario.
Ah, a quando il cambiamento?
Voi siete schiavi dell’egoismo,
e sarete lì fino a quando il popolo
non prenda coscienza del proprio valore.
L’uno incorona l’altro,
e tutto il resto cade nella dimenticanza
perché il popolo non sceglie il suo governo e mette fine al potere arrogante.
Dio sa che egli ha soddisfatto le proprie voglie
e creato malcontento tra la sua gente.
Domani incoronerà un altro al suo posto.
Non creda che la patria sia a disposizione sua e della famiglia!
La patria e le sue glorie sono del popolo.
Ripetete con una sola voce per il futuro di tutti:
“Siamo tutti tunisini, contro l’élite repressiva”.
I governi arabi sono tutti ladri, senza eccezioni.
La domanda che ci toglie il sonno
non troverà risposta da alcuna fonte ufficiale:
“Visto che importate dall’Occidente ogni cosa,
perché non importate la Legge e la Libertà?”
Traduzione di Farid Adly

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